Vivere ad Alto Potenziale Cognitivo

Nel precedente articolo “Essere ad Alto Potenziale Cognitivo” ho tracciato un quadro per provare ad aprire lo sguardo su come è il modo di essere di una persona ad Alto Potenziale Cognitivo

L’articolo si chiude con questa frase: “È vivere una realtà di possibilità: possibilità di vedere, sentire, pensare, emozionarsi, creare, incontrare…  in cui il fare nasce da una spinta interiore…”

Concretamente come si manifesta tutto ciò?

Qualunque attività svolta da una persona APC viene “abitata” con tutta se stessa. Non conosce un altro modo: o è dentro o è fuori totalmente. Le situazioni ibride, quelle sfumate, che richiedono un  “fare parziale” stridono nel corpo della persona APC come le unghie sulla lavagna.

Non poter investire se stessi nell’unico modo che soddisfa e crea piacere è una realtà alla quale la persona APC non intende neppure pensare, piuttosto cerca di modificare la situazione per poterla vivere a modo proprio.

Abitare un’attività significa solo fare? No, anche l’ozio è un’attività.

Per comprendere come vive una persona APC bisogna pensare al concetto di inerzia così come lo descrive la fisica: la tendenza della materia a non modificare il suo stato di quiete o di moto; più precisamente, per il principio d’inerzia, ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme e rettilineo a meno che non sia costretto dall’intervento di una forza a mutare quello stato. (Enciclopedia Treccani)

Quando la persona APC agisce investe tutta se stessa nell’azione, quando non fa… idem! Tanto è difficile fermarla quando intraprende una strada, tanto è impegnativo motivarla ad uscire dalla stasi. Tutto il suo essere è rivolto verso lo stato in cui si trova.

Iniziare un’attività necessita “dell’intervento di una forza”, terminare un’attività necessita “dell’intervento di una forza”. Imparare a conoscere questi processi e gestirli senza diventarne vittime richiede consapevolezza e la possibilità di sperimentare modalità che non limitino al “ON/OFF” il proprio agire nel mondo e che procurino comunque piacere e soddisfazione.

Cos’è questa forza che ha il potere di rompere lo stato d’inerzia? Un pensiero? La motivazione? Il desiderio?

La forza più potente che motiva una persona APC è avere un obiettivo che per lei abbia un senso.

Posta di fronte alla meta scelta le sue risorse si attivano, il pensiero inizia a girare, le emozioni colorano l’esperienza…il corpo intero si mette in movimento.

E se l’obiettivo è il riposo? Le risorse si mettono fra parentesi, il pensiero viene inibito, le emozioni si affievoliscono e il corpo rallenta.

Da uno stato di eccitazione a uno di apparente calma.

In linea di massima le persone APC sono auto motivate. Fin da piccolissime si interessano, scoprono, apprendono, creano, ma confondere ciò che realizzano con ciò che sono è una trappola, che porta a ridurre la persona a quello che decide di fare.

L’azione è supportata dall’obiettivo, ma non sempre ci sarà qualcosa verso cui volersi rivolgere. Se prima la persona APC pareva irrefrenabile, dopo sembra che nulla la possa motivare.

Ritmo: l’equilibrio sta nel ritmo. Inspirazione, espirazione. Giorno, notte. Azione, riposo. Pieno, vuoto.

Per imparare a controllare la tendenza all’inerzia l’APC deve imparare a stare nel corpo.

Il corpo è il luogo dove l’ambivalenza ha spazio, dove i contrari convivono, dove è possibile essere iperattivi e pigri, ipereccitabili e indifferenti, empatici e insensibili.

Il corpo è lo spazio in cui poter esplorare ed esprimere ciò che si è anche quando ciò che si è contraddice se stessi.

Il corpo è il luogo della complessità, abitarlo significa diventare protagonisti della propria esistenza, riuscire a padroneggiare il proprio potenziale dandogli direzione e forma.

Ricordate la diga di cui scrivevo nel precedente articolo? Come si costruiscono alternative alle dighe che la vita presenta? Con delle azioni e le azioni richiedono un corpo sufficientemente allenato e plastico per poterle agire. Conoscere i gesti, sentire la forza, contenere le emozioni, definire i propri confini è necessario per appropriarsi del proprio potenziale e imparare a direzionarlo verso i propri obiettivi.

Per approfondire

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