Alto Potenziale Cognitivo ↔ asincronia e dimensioni di sviluppo

La psicologia dell’età evolutiva si occupa di studiare e comprendere l’andamento di come il neonato e poi il bambino sviluppano le proprie capacità: se le aree cognitiva, emotiva, relazionale crescono allineandosi a quanto riscontrato nella maggioranza dei bambini si può affermare che lo sviluppo psichico rientra nella normalità.
Non tutti bambini seguono la stessa linea di crescita. Come si sviluppa la psiche nel bambino ad Alto Potenziale Cognitivo?

Uno sviluppo multi sfaccettato

 

Immaginiamo che questa sfera multisfaccettata rappresenti il potenziale di un bambino, che sia elastica e che ogni vertice e ogni faccia si possa muovere in maniera indipendente nello spazio e nel tempo.

 

Sincronia

Il bambino che presenta uno sviluppo normale mostra una crescita in cui ogni aspetto di sé è in sincronia con gli altri: la coordinazione motoria aumentando permette di utilizzare gli oggetti in maniera sempre più strutturata, il linguaggio da semplice ripetizione diventa più articolato, il bambino inizia a formula pensieri e ragionamenti sulla base di conoscenze concrete e solo verso gli 11 anni passa ad un pensiero astratto, le emozioni che prova sono proporzionali alla sua capacità di sostenerle, i suoi interessi sono allineati alle proposte della famiglia e della scuola.

Se il potenziale di questo bambino fosse quella sfera multi sfaccettata manterrebbe una forma nel tempo e nello spazio che era e rimane ri-conoscibile, perché coerente con quanto ci si aspetta normalmente.

Asincronia

Nella sua normalità, il bambino APC presenta una asincronia nello sviluppo. Questo significa che alcuni aspetti in una o più aree emergono in tempi in cui normalmente non ci si aspetterebbe di riscontrarli.  Si parla di bambino precoce. Come e quando si manifesta questa precocità dipende dal bambino nel contesto. Generalmente si osserva:

  • asincronia fra le aree cognitiva e motoria – precocità nell’area cognitiva che non va di pari passo con lo sviluppo della motricità
  • asincronia fra aspetti diversi dell’area cognitiva – precocità solo in alcuni aspetti dell’area cognitiva, mentre altri seguono un ritmo normale
  • asincronia fra le aree cognitiva ed emotiva – precocità nell’area cognitiva che non si accompagna ad un equivalente sviluppo nell’area emotiva

La giovane età insieme alla limitata esperienza di vita contribuiscono a mantenere l’asincronia. Le esperienze insegnano, fanno maturare, permettono di mettere in gioco parti di sé, ma le esperienze richiedono tempo e occasioni.

Il bambino che mostra uno sviluppo asincrono presenta una crescita in cui aspetti delle diverse aree si sviluppano secondo ritmi diversi, un po’ come se ognuna godesse di specifici “gradi di libertà”. Il potenziale “spinge”, ha bisogno di prendere forma e ha la forza di farlo, ma la direzione che prenderà è imprevedibile.

Ci si può trovare di fronte a un bimbo di un anno e mezzo che snocciola numeri fino a 1.000, a quello che a tre anni è in grado di leggere e comprendere i contenuti di libri per bambini di 6/10 anni, a quello che argomenta le proprie ragioni con un linguaggio ricco e articolato oppure a quello che entra alla scuola primaria senza sapere ancora leggere o scrivere, ma ragiona sulla vita come un’adolescente.

Ognuno di questi bambini condivide con gli altri la velocità nell’apprendere e la capacità fin da piccolissimo di utilizzare il pensiero astratto, che gli permette di andare oltre a quanto imparato, ragionare senza bisogno di maneggiare concretamente oggetti e sviluppare così proprie idee originali.

Il suo sviluppo cognitivo segue la direzione dei propri interessi, degli obiettivi che si pone, anche sulla base delle occasioni che incontra. Se vuole scrivere lo farà, anche se non ha ancora sviluppato la motricità per impugnare correttamente la matita. Se ha interesse a parlare con bambini più grandi lo farà, anche se non conosce ancora le regole sociali su come ci si relaziona a quell’età. Se desidera condividere quel che ha imparato intavolerà discorsi sull’estinzione dei dinosauri o la nascita dell’universo già alla scuola materna rimanendo incredulo di fronte allo scarso interesse suscitato nei compagni.

Le sue emozioni sono caratterizzate dall’essere intense, ma rimane un bambino a cui manca l’esperienza di vita per riuscire a comprenderle e gestirle.

Se uno di questi bambini fosse quella sfera multi sfaccettata osservandola vedremmo che oggi è così, poi una faccia si sposterebbe in avanti, poi se ne muoverebbe un’altra, il giorno o il mese dopo qualcuna cambierebbe direzione…  Ri-conoscerla e com-prenderla nella sua complessità richiede uno sguardo aperto e la capacità di mettere fra parentesi quello che ci si aspetta normalmente. Osservandola il rischio  è di rimanere “incantati” da ciò che emerge in primo piano e dimenticare che è un tutto.

La valutazione di come si sviluppa e come è una persona ad Alto Potenziale Cognitivo si basa sul confronto con ciò che si riscontra nella maggioranza delle persone. La percezione della numerosità porta a pensare che qualcosa sia normale o meno, ma definire un bambino sulla base di quanto si discosta dalla media della popolazione non descrive quel bambino, piuttosto sottolinea quanto sia diverso da ciò che ci si aspetterebbe.

Quel bambino crescerà, l’asincronia che si è presentata nel suo sviluppo non sarà più un parametro utilizzabile, rimarrà lo scarto a livello cognitivo quale indicatore di ciò che è. Troppo poco.

Per parlare di Alto Potenziale Cognitivo abbiamo bisogno di aprire lo sguardo e stupirci come bambini di fronte all’inaspettato. Abbiamo bisogno di parole nuove, che ci portino fuori dalla trappola del confronto e ci aiutino a dire ciò che è iniziando col togliere i “ma”: sai contare e hai ancora bisogno che ti cambi il pannolino e ti culli per farti addormentare, leggi e ti piace andare alla scuola materna, ti interroghi sul senso della vita e guardi Topolino.

 

 

 

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