Cos’è l’Alto Potenziale Cognitivo

Questo articolo riassume cosa sia l’Alto Potenziale Cognitivo. E’ il testo che inserisco nelle mie relazioni. Scrivendomi è possibile averne copia in PDF.

La plusdotazione/APC è una neuroatipicità, che si presenta con caratteristiche neuropsicologiche specifiche: velocità di elaborazione, ipersensibilità, iper-reattività emotiva, pensiero divergente e arborescente, precocità nel raggiungimento delle tappe di sviluppo cognitivo.

Essere APC è più complesso dell’essere “più intelligenti” della media.  L’aspetto generale che caratterizza le persone APC è un’elevata intelligenza fluida, ovvero l’abilità di risolvere nuovi problemi, cogliere connessioni, costruire conoscenza. L’intelligenza fluida si contrappone all’intelligenza cristallizzata relativa alle conoscenze acquisite in base alla cultura di appartenenza e quindi alle esperienze maturate, la socializzazione vissuta, la scuola frequentata, la famiglia in cui si è nati. Per la naturale propensione all’apprendimento e lo sviluppo precoce anche l’intelligenza cristallizzata è elevata in una persona plusdotata.

La persona plusdotata sceglie le attività che la interessano e le “abita” con tutta se stessa. Questa intensità con cui vive le esperienze la caratterizza in ogni ambito. Se un compito non è motivante potrà comunque svolgerlo, ma ciò non attiverà le sue capacità. Da bambino non si sentirà gratificato dal proprio lavoro e impegno, non darà valore agli obiettivi raggiunti e pertanto tenderà a sottostimarsi e tendere a rinunciare a compiti successivi temendo di non essere in grado di svolgerli. Questo funzionamento paradossale si osserva quando il bambino APC è posto di fronte a compiti troppo semplici. Viceversa il bambino lasciato libero di darsi degli obiettivi che lui reputa interessanti e sostenuto nel loro raggiungimento sarà soddisfatto, svilupperà consapevolezza delle proprie possibilità e soprattutto imparerà a indirizzare il proprio potenziale

L’elevato potenziale spinge naturalmente la persona plusdotata ad investirlo in molte attività, il proprio equilibrio viene raggiunto esprimendo le proprie capacità. Dedicarsi a queste attività è fonte di soddisfazione e allena il bambino APC alla fatica e ad un impegno che spesso la scuola non richiede proponendo una didattica che risulta troppo semplice rispetto alle loro capacità di ragionamento.

Ciò che attiva la modalità di ragionamento della persona APC è essere posta di fronte a compiti complessi, sfidanti e soprattutto non ripetitivi. Dover ripetere concetti acquisiti la spegne e in classe lo studente appare distratto, annoiato e può finire col performare al di sotto delle sue possibilità. Delle proposte adeguate aiutano a conoscere le proprie capacità e i propri limiti.

L’esperienza di vita di una persona plusdotata è legata ad un apprendimento veloce, istintivo, che inizialmente non necessita di spiegazioni da parte dell’adulto. Il bambino APC è intrinsecamente motivato ad apprendere. Trova stimoli ovunque, crea inferenze, collegamenti, si interessa, scopre, crea. La sua mente è sempre attiva. Ciò non significa che non abbia bisogno di insegnanti, ma che tenderà a voler capire da solo, a metterci del suo, a trovare soluzioni inaspettate, usare procedimenti originali saltando passaggi. Affinché queste caratteristiche emergano è necessario che il bambino incontri un ambiente che lo coinvolge attivamente.

Essere una persona plusdotata non significa avere un talento specifico, così come avere un talento specifico non porta con sé una plusdotazione. Persone plusdotate possono ottenere risultati d’eccellenza in diverse aree o solo in una, dipende dalla loro vocazione.

La forza più potente per spingere una persona APC ad attivare le proprie capacità è avere un obiettivo che per lei abbia un senso.

La caratteristica più evidente nello sviluppo del bambino è l’asincronia. Ad un livello cognitivo elevato non corrisponde un uguale sviluppo motorio o emotivo. In realtà emotivamente questi bambini sono spesso avanti rispetto ai coetanei, ma le esperienze di vita sono ancora limitate per permettere loro una corretta visione e immaginare delle possibili soluzioni a pensieri angoscianti. Un bambino APC si preoccupa per situazioni che ai pari non interessano, ma non sa come gestire l’ansia che ne consegue.

La loro capacità di pensare e ragionare li porta a cercare degli interlocutori alla pari. Questo bisogno di interagire alla pari li può portare ad isolarsi o preferire la compagnia di bambini/ragazzi più grandi e/o di adulti. Si possono osservare momenti di difficoltà quando il bambino lavora in gruppo: o ne diventa leader o molla il compito o trova compagni capaci di costruire insieme un progetto stimolante.

L’ipersensibilità può portarli a reazioni forti per difendersi da ciò che sentono.

L’iperattivazione si esprime a più livelli: intellettivo, motorio, sensoriale, immaginativo, emotivo. Questa modalità di funzionamento li porta a non tollerare le ingiustizie ed essere pronti a combatterle a costo di rimetterci, finendo per interessarsi anche a questioni che non li riguardano direttamente.

Il pensiero arborescente rende la persona facilmente distraibile e può portarlo a faticare nel dare ordine alle tante idee che la sua mente è in grado di pensare contemporaneamente.

Tutti i diritti sono riservati. Vietata la riproduzione anche parziale.